17 aprile 2015

Recensione - “Stai con me in ogni respiro” di Jay McLean




Ciao a tutte, 
oggi vi presento una nuova ragazza…Marta. Lei è una grande ammiratrice di Jay McLean e ha letto tutti i suoi romanzi. Nella recensione di oggi ci presenta l’unico romanzo finora tradotto in italiano dell'autrice, “Stai con me in ogni respiro” (Where the road takes me). Spero che Marta presto torni a trovarci per parlarci degli altri bellissimi romanzi di Jay, soprattutto della serie 'More'. Baci, greta

Di solito devo trovare il momento giusto, l'umore adatto per dedicarmi anima e corpo a certi libri, ancora di più quando conosco l'autrice e la sua capacità di catturarmi, accartocciarmi, ricostruirmi come nel caso di Jay McLean. Pochi giorni fa ho trovato il momento perfetto per “Stai con me in ogni respiro”, primo romanzo dell'autrice australiana ad essere tradotto in Italia. Inutile dire che Jay non ha tradito le mie aspettative, anzi le ha superate pagina dopo pagina, in un viaggio fatto di lacrime, risate, consapevolezze non tanto scontate ed emozioni intense. Non è un viaggio facile quello che ci propone l'autrice, tramite l'incontro di due ragazzi, Chloe e Blake, che in teoria non potrebbero essere più diversi tra loro, e invece scopriranno di avere molto in comune, soprattutto la necessità di capire chi siano veramente e cosa vogliano dalla vita. “Conoscevo il mio futuro. Conoscevo il mio destino. E non avevo il minimo controllo su nessuno dei due”. Si incontreranno casualmente e, sempre per caso, scopriranno che è più facile essere sé stessi insieme, seppur estranei, che nella vita di tutti i giorni con chi si suppone li ami e con cui, per motivi diversi, indossano invece una maschera perenne. Da una lato Chloe, una ragazza schiva, segnata dal dolore per la perdita della madre e della zia (entrambe scomparse a causa di un cancro al seno) e che proprio per questo decide di vivere una vita distaccata, senza apparentemente legami profondi. 


Anche se la famiglia adottiva in cui cresce la circonda d'amore, Chloe già all'età di undici anni decide che l'unica regola della sua vita deve essere non farsi amare, così che nessuno un giorno possa rimpiangerla. Dall'altro lato Blake, giovane promessa del basket e dello skateboard, popolare , fidanzato con la reginetta della scuola, che lotta invece tra le aspettative del padre militare, l'indifferenza della madre e una quotidianità che sorvola senza vivere mai veramente. L'autrice ci fa l'occhiolino sin dall'inizio, dove, di nascosto, ci offre la chiave di tutto il romanzo, quell'attimo, quella scintilla che può cambiare il corso degli eventi. “Hai presente quando hai l'impressione che stia per succedere qualcosa, anche se non ci sono segnali evidenti? ....sei convinta che appena alzerai gli occhi qualcosa sarà cambiato? Guardi in su, e il tuo respiro si ferma per un secondo”. E da qui avrà inizio un viaggio emotivo e reale, una sorta di vento fortissimo che cambierà ogni aspetto delle loro vite, e li trascinerà con sé, un' aria nuova che li porterà a scegliere se vale la pena rischiare e vivere attimo per attimo, pur sapendo che potrebbe cambiarti per sempre, oppure mantenere una continuità grigia ma rassicurante. Di sicuro è un romanzo fatto di colori, il rosso dei giorni straordinari, del carpe diem, della spontaneità, contrapposto al nero dell'apparenza e della solitudine. 

“-Se dovessi descrivere questi ultimi mesi con Chloe, diresti che sono neri o rossi? - Sorrisi ricordando di quando mi parlava dei giorni neri e di quelli rossi. I giorni neri avevano un' impatto negativo. Come quando ricevi la notizia della morte di qualcuno. Un giorno rosso invece era l'opposto. Un'esperienza positiva o qualcosa di inaspettatamente eccezionale. -Rossi- le dissi – Decisamente rossi”. 


E' difficile parlare di questo romanzo senza svelarne troppo, di sicuro la storia che ci racconta è come un dipinto, dove alcune tonalità spiccano ma l'armonia è data da tutto ciò che gli sta attorno. Per chi conosce la serie “More than” con cui l'autrice è diventata famosa, sa che Jay riesce a dare un'anima, una caratterizzazione precisa ad ogni personaggio, anche quelli che di solito non degniamo di un secondo sguardo, come un insieme di note precise che cominate diventano musica. Josh, migliore amico di Blake, skater professionista, lo conosciamo così, apparentemente eterno bambino sempre pronto a scherzare o spogliare con gli occhi Chloe, lo scopriremo invece un giovane uomo che è dovuto crescere in fretta e che soprattutto sa amare al di là di se stesso.“Nella vita non conta quanti anni hai, ma quanta vita c'è in quegli anni” . Purtroppo, e lo dico a malincuore, l'atmosfera viene rovinata da una traduzione italiana che, anche se non tra le peggiori, sembra però frettolosa, quasi non si curi del senso che l'autrice vuole trasmettere con la scelta di determinate parole piuttosto che altre, togliendoci perfino il gusto di farci quattro grosse risate come accade con l'edizione originale. Infine, lo cito per ultimo, ma non per importanza, va detto che anche se l'emozione è sicuramente al centro della storia, l'autrice non ci fa mancare le scene al cardiopalmo, dove il continuo incontrarsi, sfiorarsi, rincorrersi tra Blake e Chloe si trasforma poi nella passione del primo amore, una seduzione costante che ci tiene in sospeso pagina dopo pagina .”Pretendeva tutta la mia attenzione e presto scordai chi ero. Chi era lui. Cosa eravamo insieme”. Questo romanzo porta con sé tanto dell'autrice, della sua esperienza e della sua anima e,  se letto senza pregiudizi, può aiutare ad affrontare la vita con una nuova prospettiva. Io non vi posso raccontare di più della storia di Blake e Chloe, ma lo faranno loro, tenendovi per mano; posso solo assicurarvi che la McLean vi spezzerà il cuore in più e più parti, riaggiustandolo ancora e ancora. Fino all'ultimo respiro.

“Avevo detto a Blake che non era necessario mi scrivesse altre lettere, ma ogni mattina, quando aprivo l'armadietto, trovavo un biglietto. Carta bianca, inchiostro rosso. Usava sempre quello. Alcuni mi facevano ridere, altri erano dolci. Altri ancora erano un po' spinti. Li conservavo in una scatola che avrei portato con me nel viaggio. Erano miei. Per sempre”

Un saluto, Marta
BELLISSIMO


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